Noi 3 in viaggio

Entrare in Palestina con i bambini… è ancora più facile

Quando stavamo programmando il viaggio in Israele siamo partiti da un presupposto: non potevamo visitare Gerusalemme senza neanche provare a varcare il Muro e vedere almeno un po’ di Palestina. All’inizio sembrava tutto difficile: come si fa ad arrivare al checkpoint? Quante volte ci chiederanno il passaporto? Come ci sposteremo in Palestina considerando la carenza di trasporti pubblici? E magari provando a fare tutto nel modo più sicuro possibile visto che ormai da qualche anno viaggiamo in tre…

In realtà, basta studiare un po’ per capire che la situazione è molto più semplice di come si possa immaginare. Dopo aver trascorso qualche giorno a Gerusalemme, abbiamo iniziato il nostro tour fai-da-te in Palestina.


Prima scoglio: arrivare al Checkpoint 300. In realtà basta recarsi alla stazione dei bus arabi, proprio di fronte la Porta di Damasco e prendere il bus 234 (molto frequente) il cui capolinea è proprio il Checkpoint. Dopo una mezz’oretta scendiamo dal bus e seguiamo gli altri passeggeri che entrano in una struttura senza alcun controllo o frontiera, ma con due tornelli attraversabili in un’unica direzione: la Palestina.

Capisci però di essere arrivato quando esci fuori dal fabbricato, senza mai mostrare il passaporto, e ti trovi davanti la faccia sorridente di Fuad che ti accompagna al suo taxi giallo pronto per farti conoscere davvero la Palestina. Certo c’è anche il Muro che è la prima cosa che vedi insieme a gruppetti di soldati giovanissimi armati fino ai denti.

Sì, perchè il trucco per sentirsi assolutamente sicuri in Palestina è affidarsi a chi conosce bene il posto e vuole fartelo vivere al meglio. In questo caso, la scelta migliore l’abbiamo fatta contattando i fratelli Alì e Fuad che ci hanno accompagnato e guidato durante i nostri tre giorni palestinesi, facendoci sentire coccolati e spiegandoci come vivono davvero la loro condizione oltre il Muro. Inoltre, ci hanno anche consigliato la famiglia palestinese che ci ha ospitato per due notti.

Per uscire dalla Palestina dovete considerare qualche minuto in più: l’importante è sempre superare il checkpoint a piedi. Questa volta ci sono dei controlli più rigidi perché i militari spesso decidono di bloccare le persone tra le sbarre dei tornelli e chiedono il passaporto (nel nostro caso, ci hanno lasciato passare: potere dei bimbi al seguito).

Una volta fuori c’è sempre il bus 234, proprio all’uscita, che ti riaccompagna alla Porta di Damasco. Semplicissimo. Se però, come è stato per noi, è il tuo ultimo giorno di viaggio, scendi alla fermata Hama’abada/Hevron e prendi il bus 78, che porta direttamente alla Stazione Centrale di Gerusalemme, dove ogni mezz’ora parte un treno che in circa venti minuti arriva all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

Certo ti lascia abbastanza distante, infatti sarai costretto a prendere lo shuttle giallo (gratuito) che ti porterà al terminal 1 in 15 minuti… e poi iniziare la trafila di controlli. Ma quella è un’altra storia.