Ancora negli anni Novanta, Marzamemi era un piccolo villaggio di pescatori, noto a pochissimi e al di fuori di ogni anche solo ipotetica rotta turistica. Oggi è uno dei luoghi più instagrammati della Sicilia. Il turismo ha reso ricchi questi luoghi, ma Marzamemi esiste ancora? Io e Noemi la pensiamo in modo diverso.
Noemi:
Siete arrivati a Marzamemi, nella punta più estrema (quasi) della Sicilia Orientale, per vedere un vero villaggio di pescatori siciliani? Bene, riprendete la macchina che avrete dovuto lasciare in uno dei parcheggi nella periferia del borgo marinaro e tornate indietro.
Sì perché oggi l’antico villaggio di pescatori dominato dalla tonnara è diventato un mega ristorante a cielo aperto. La piazza con le due chiesine dirimpettaie è invasa da tavolini e sedie colorate. Anche la tonnara, in funzione fino a metà degli anni sessanta, adesso ospita eventi. E al posto della pesca del tonno, oggi l’attività più gettonata è quella della ricerca della granita migliore (e che noi abbiamo trovato: provate Il mio gelato 2).
Certo, è molto piacevole perdersi tra le viuzze piene di negozietti di souvenir e localini tra cui scegliere il migliore dove mangiare pesce o fare l’aperitivo al tramonto, ma quell’atmosfera di luogo fermo nel tempo oggi, soprattutto d’estate, è davvero introvabile.
Per capire, però, quello che significa la pesca e il tonno nell’economia di Marzamemi basta fare un salto nei due megastore di prodotti locali, ovviamente a base di pesce, che si trovano sul lungomare: Campisi e Adelfio, famosi per la lavorazione, produzione e conservazione di tonno rosso, ma anche pescespada, ricciole, la pregiatissima bottarga, e la trasformazione del pescato in pesti, sughi e paté. Qui finalmente capirete un po’ di più sulla pesca del tonno rosso e quindi di tutta la storia di Marzamemi.
Gepi:
Quanto era bello quando ad Angkor potevano andare solo i miliardari e chi lavorava per una ONG in Cambogia, che orrore vedere i templi e la giungla che brulicano di turisti… Che delizia che era l’Europa orientale quando era povera e affamata, quando le sue strade non erano state invase dai McDonald, dai localini con i tavoli all’aperto e da orde di turisti in cerca di una bellezza ormai offuscata… o no?
L’equilibrio tra turismo e identità è un problema complesso, ed è fuor di dubbio che stiamo trasformando buona parte del mondo in un incrocio tra un museo a cielo aperto e un grande e affollato luna park. Il turismo trasforma le attività locali in show stereotipati, ed espelle la popolazione locale per creare hotel e B&B… ma il turismo è anche una spinta potentissima alla conservazione dei luoghi e della loro memoria, immette risorse in territori a volte depressi, e soprattutto permette a tanti di godere della bellezza di luoghi un tempo riservati a pochi (o totalmente trascurati).
L’overtourism, come si dice oggi, è senza dubbio una questione reale su cui riflettere, ma guai a trasformarlo nell’attacco snob di chi un tempo andava a fare il bagno in una caletta che conosceva solo lui, e ora si lamenta perché non trova parcheggio. L’importante è avere cura dei luoghi, ricordare che, anche quando diventano ottimi affari, restano dei patrimoni da preservare e trasmettere. Mai come in questi giorni di quarantene effettive e temute dobbiamo augurarci che le generazioni del futuro possano viaggiare in libertà, affollando i luoghi e (orrore e raccapriccio) sedendosi liberamente, ogni tanto, su un gradino per bere una birra o una coca.
Ok, l’ho presa larga, ma la domanda è: esistono ancora Marzamemi e la sua bellezza? La Valle dei Templi o una tela di Caravaggio resteranno tali anche in mezzo alla folla più pressante, ma Marzamemi può resistere ai pullman di stranieri e alle folle dei vacanzieri?
Marzamemi è una piazzetta con quattro case, inondata dal sole e dal rumore del mare. Sotto la folla di turisti, sotto le sedioline e i tendoni dei bar, Marzamemi è ancora là. Potete decidere di osservarla a notte fonda o all’alba, quando le folle l’hanno abbandonata, e sentirvi degli esploratori unici ed esclusivi. Oppure potete arrivare un pomeriggio, cercare posto in un parcheggio, aggirarvi tra gli altri turisti come voi, scegliere un tavolo e gustare una granita, o aspettare la sera per vedere un film in piazza come tutti gli altri. Se non vi fate distrarre troppo, sono certo che non ve ne pentirete.